Senza dubbio le performance deludenti delle borse europee cesseranno soltanto quando il settore bancario avrà superato i gravi problemi che da troppi anni lo affliggono: sofferenze montanti, patrominalizzazione insufficiente a favorire una nuova espansione del credito, redditività in caduta libera. Il problema è avvertito in quei listini... Continua...
La Brexit apre uno scenario di incertezze destinato a durare potenzialmente per non meno di due anni. Rischi, ma anche opportunità per gli investitori. La svalutazione della sterlina, probabile nel momento in cui il consistente deficit di bilancia corrente andrà finanziato senza poter disporre degli altrettanti ingenti flussi di investimento diretti... Continua...
La borsa di Francoforte è, assieme al Footsie inglese, la meno penalizzata da un primo semestre che certo non sarà ricordato con nostalgia dagli investitori. Eppure l'indice DAX si è già reso protagonista all'inizio dell'anno di una spiacevole violazione: quella della trendline che supportava tutto il rialzo in essere dal 2009. Poco male, non è questo il pattern... Continua...
Che è successo ai banchieri centrali? balbettano, tentennano, nicchiano. Promettono quattro aumenti dei tassi ufficiali in un anno, poi due, poi almeno uno, poi si fanno condizionare dall’ultimo dato macro pervenuto come il più pollo dei trader, rimandando tutto al 2017 (e poi si vedrà). Giurano che mai, la nostra banca centrale non taglierà mai i tassi... Continua...
Ne è passato da tempo da quando, all'inizio dell'anno, il PIIGS Index - che raggruppa in maniera equiponderata gli indici delle borse di Italia, Spagna, Portogallo, Grecia ed Irlanda - abbatté la trendline di sostegno che congiungeva tutti i minimi crescenti fatti registrare dalla fine del 2012 in avanti. Questo, dopo aver disegnato un potenziale doppio massimo... Continua...
Uno dei motivi per cui un anno fa consigliammo di uscire dalle borse europee, preferendo loro il listino newyorkese, si basava sui fondamentali: il rapporto fra il Price/Earning del MSCI Euro e il P/E della borsa americana si era impennato a livelli ingiustificabili; e si attestava a ben più di una deviazione standard rispetto alla media degli ultimi quindici anni. Continua...
Da quando la Fed ha iniziato a ventilare la possibilità di aumentare i tassi di interesse, la maggior parte delle borse mondiali ha svoltato verso il basso; o, quantomeno, ha smesso di crescere. Questo vale non soltanto per Wall Street, che pur ha visto passare un anno dal suo massimo storico; ma anche, se non soprattutto, per le borse internazionali, che... Continua...
In principio fu la Bank of Japan. Che violò il sacro totem della politica monetaria, allargando il proprio bilancio a dismisura nel tentativo di vincere la trappola della liquidità: complice un sistema bancario gravato da crediti inesigibili – ricorda qualcosa?... – l’istituto di emissione nipponico acquistò tutto ciò che vantasse lontanamente un prezzo. Continua...
L'andamento del mercato azionario europeo per certi versi ricorda da vicino quanto occorso lo scorso autunno: quando un tentativo di miglioramento del massimo precedente si risolse a novembre in un insuccesso; una falsa rottura, una "trappola per Tori" che fu seguito da un mesto ritorno verso nuovi e ulteriori minimi. Ad accomunare le due esperienze... Continua...
Non si può negare che la partecipazione al rialzo sia diventata ora corale. Nel paniere del DAX30 tedesco, ieri sera, ben 28 società quotavano oltre la propria media mobile a 50 giorni. Soltanto due società su trenta insomma non sono in uptrend, sotto questa prospettiva. Che vuol dire? vuol dire che se tutte sono già in rialzo, e se soltanto due possono... Continua...