Concettualmente è logico che una valuta si deprezzi se ne aumenta la quantità in circolazione, e si rivaluti nel caso contrario. Nei rapporti bilaterali, la svalutazione sarà subita dal cambio la cui banca centrale appare più aggressiva rispetto all'omologa; per cui, in parole povere, sarebbe naturale aspettarsi che l'euro si deprezzi contro dollaro, nella misura in cui la BCE continua... Continua...
Un recente rapporto di Natixis inchioda l'Italia alle sue responsabilità esclusive (si vede che in questo periodo non andiamo granché a genio ai francesi). La ripresa nell'Eurozona è ripartita anche prima dell'avvio del programma di acquisto di titoli da parte della BCE ad inizio 2015: lo si desume dal fatto che il tasso di disoccupazione continentale, solitamente variabile lagging... Continua...
Dietro l’apparente serenità, c’è nervosismo fra i responsabili della politica economica europea. Dopo il picco di dicembre, il PMI manifatturiero è sceso per quattro mesi consecutivi: su livelli tale da garantire ancora una vistosa crescita, naturalmente; ma non così vigoroso come sperimentato fino alla fine del 2017. Questo rallentamento, fino ad un certo punto fisiologico, è stato... Continua...
Meglio tardi che mai. I prestiti incagliati ("Non Performing Loan") in Italia iniziano ad assumere una auspicabile traiettoria discendente. Non siamo ai livelli di Germania e Francia, dove i NPL, in rapporto agli impieghi complessivi, sono trascurabili. Ma la buona notizia è che l'Italia ha intrapreso il sentiero spagnolo: con Madrid che ha avviato un percorso virtuoso da quando i NPL... Continua...
A Davos si respira compiacimento per la forte performance economica conseguita in Europa. Il prodotto interno lordo negli Stati Uniti arranca poco sopra il 2% di crescita reale, mentre in Europa i dati più recenti suggeriscono la prospettiva di un'espansione, sempre al netto dell'inflazione, anche più sostenuta rispetto al 3% correntemente incorporato nelle serie storiche. Continua...
Il Quantitative Easing ha avuto l'effetto - il merito, per uno stato debitore come il nostro - di innalzare l'inflazione ufficiale in Italia: salita dal -0.6% di gennaio 2015 al +1.9% di aprile dello scorso anno. Quando abbiamo avvicinato la parete superiore del canale discendente in essere dall'inizio degli anni Novanta. Una dinamica incoraggiante, spezzata però da... Continua...
La politica monetaria ultra-accomodante delle banche centrali mondiali ha prodotto un effetto neanche tanto inatteso o indesiderato: la crescita delle quotazioni immobiliari. Dopotutto, si tratta di quel wealth effect auspicato per indurre una riduzione del risparmio prudenziale, e un incremento della spesa per acquisti. L'aumento delle quotazioni delle case però si è manifestato... Continua...
L'Europa da alcuni trimestri "batte" gli Stati Uniti in termini di crescita economica. Me ne compiaccio, ma temo si tratti di un fenomeno passeggero: la crescita della forza lavoro e della produttività assumono dinamiche ben differenti, al di qua e al di là dell'Atlantico. Per compiere un paragone irriverente, sarebbe come aspettarsi che il Benevento tenga testa alla Juventus per tutti i 90 minuti. Continua...
La Bank of England è chiamata a risolvere un doloroso trade-off. La svalutazione della sterlina ha prodotto inflazione, senza alcun beneficio per la bilancia commerciale. Il boom dei prezzi al consumo costringe le autorità ad aumentare i tassi di interesse: soffocando una domanda interna già in seria difficoltà; nel tentativo di contenere le importazioni e favorire... Continua...
L'equazione della stabilità finanziaria di uno stato impone che, affinché sia scongiurata la crescita del rapporto fra debito pubblico e PIL, la crescita nominale dell'economia sia superiore al costo medio dell'indebitamento. In caso contrario, occorre conseguire un saldo primario di finanza pubblica (entrate fiscali meno spesa al netto degli interessi sul debito)... Continua...