«Nessuno sa, con ragionevole certezza, qual è il livello di costo del denaro oltre il quale le borse andrebbero in sofferenza. Viviamo quello che gli economisti chiamano il “Paradosso di Gibson”: tassi di interesse e mercati azionari manifestano una correlazione positiva. Questo processo è destinato ad esaurirsi, ma nessuno sa quando. E ciò genera incertezza». Continua...
A giudicare dall'andamento del mercato della passata ottava, si direbbe che l'andamento del mercato delle opzioni sull'indice abbia ancora una volta condizionato la direzionalità del mercato azionario. Lo S&P si è mosso non poco, dopo il massimo del 26 gennaio, muovendosi di 540 punti da massimo a minimo, e poi da minimo alla chiusura della passata ottava. Continua...
Di tanto in tanto danno in TV un film di una quindicina di anni fa, in cui una ancora deliziosa Lindsay Lohan si sostituisce in personalità alla attempata e posata genitrice, che d’un tratto diventa scapestrata e amante del rock come succede quasi sempre ai teenager. Il tutto nell’imminenza di un matrimonio che rischia di andare all’aria. Che fine settimana turbolento! Continua...
Mentre lo S&P500 riconquista la soglia dei 2700 punti, l'attenzione dei più resta catturata dal tonfo della settimana passata, che ha prodotto un ripiegamento del 10% dai massimi. La domanda ricorrente è se questo tonfo, maturato subito dopo il conseguimento di un nuovo massimo assoluto, rappresenti l'inizio di un crollo, o se si tratta dell'ennesima opportunità... Continua...
Giungono sempre indicazioni interessante dal sondaggio mensile condotto fra i money manager globali da BofA Merrill Lynch. Lo scossone subito dalle borse nelle ultime due settimane ha indotto l'aumento di liquidità precauzionale, salita al 4.7% degli AUM. Il 60% dei gestori indica inflazione e tassi di interesse come causa di un possibile crash, con l'allocazione in reddito fisso... Continua...
Per capire dove stiamo andando, è importante elaborare una teoria sui fattori che hanno prodotto il ribasso del mercato azionario della settimana passata. Lo S&P500, certo, ha risentito di una condizione di ipercomprato, che però perdurava da settimane. Una certa rilevanza l'hanno avuta le basi delle opzioni put sullo SPY, sotto i livelli vigenti, che hanno agito da calamita per... Continua...
I multipli di borsa non sono mai le cause scatenanti di un ribasso; né di un rialzo, se è per questo. Occorre sempre un catalizzatore, che nel recente sell-off è stato identificato nella prospettiva di un rialzo violento dei tassi di interesse scatenato dalla possibilità di una crescita incontrollata dell'inflazione. La buona notizia è che il ribasso ha migliorato il profilo fondamentale... Continua...
Per la prima volta dopo 18 sedute, l'RSI a 14 giorni sullo S&P ha abbandonato una condizione di ipercomprato, scendendo sotto l'asticella dei 70 punti. Perfettamente replicata l'esperienza di fine 1996; anche per l'operato della banca centrale: il giorno successivo a quella stringa, l'allora Chairman Greenspan ammonì: «ci sono due bolle, quella del mercato azionario, e... Continua...
Prima della correzione della passata settimana, sembrava che il mercato azionario non conoscesse altra direzione al di fuori di quella rialzista. Il 2017 è stato uno dei due anni, dal 1929, in cui il ripiegamento più pronunciato non ha superato il 3%. Proprio così: per tutto l'anno passato, in qualunque giorno aveste comprato, al peggio avreste subito una perdita del 2.8%... Continua...
L’eterna sfida fra ricchezza tangibile e ricchezza finanziaria, si arricchisce di un nuovo capitolo: a ieri, il rapporto fra il Dow Jones e l’oro, ha raggiunto il livello più alto da agosto 2007. Occorrono quasi 20 once del metallo giallo per “comprare” un indice Dow Jones. Ad inizio decennio bastavano 6 once d’oro per staccare il biglietto che consentiva di partecipare al secondo bull market... Continua...