Le condizioni finanziarie nell'Eurozona diventano più proibitive; e cagionano l'atteso rallentamento della crescita economica. Siamo in modalità speculare rispetto ad inizio 2015: quando l'avvio del Quantitative Easing da parte della BCE comportò la svolta verso l'alto del nostro FCI (Financial Conditions Index); basato sul valore del cambio effettivo, sui tassi di interesse governativi... Continua...
Se, come ormai appare assodato da più parti, il problema fondamentale dell'Italia è rappresentato dall'andamento dell produttività, che contiene il tasso di crescita potenziale dell'economia, lasciando che la crescita del deficit incida più pesantemente sul rapporto debito/PIL; a questo punto ho una buona notizia e una cattiva notizia. Partiamo da questa: fatto pari a 100 il livello... Continua...
Dall'inizio dell'anno l'indice delle borse mondiali, con esclusione di quella USA, denuncia una contrazione del 3.7%; l'Eurostoxx50 perde terreno, seppur in misura più contenuta. Wall Street sale esclusivamente grazie al contributo delle società del FAAMG, che capitalizzano più di 4 trilioni di dollari: più delle ultime 280 società dello S&P500. Per restare all'Europa... Continua...
Nell'eterna discussione sulle condizioni effettive della politica monetaria globale, possiamo aggiungere questa ulteriore considerazione. In termini assoluti il tasso medio di intervento delle banche centrali occidentali (Federal Reserve, Banca Centrale Europea, Bank of England) è oggettivamente contenuto, allo 0.75%: tre quarti di punto percentuale. Certo... Continua...
L'euro è maggiorenne. Un bilancio definitivo è ancora prematuro, ma si può già iniziare a fare qualche considerazione. A condizione di dividere in due periodi gli ultimi 18 anni. Nella prima fase, tutte le economie europee hanno migliorato il proprio tenore di vita: e in termini assoluti, e (soprattutto) nei confronti della Germania. Prendiamo l'Italia, ad esempio: nel 1999... Continua...
Il mercato del lavoro incomincia a mostrare qualche segno di stress. Per la prima volta, dopo almeno 17 anni, i disoccupati registrati sono in numero inferiore rispetto ai posti di lavoro disponibili. Il tasso di disoccupazione ufficiale negli Stati Uniti si attesta sotto il "NAIRU", fissato da diversi organismi ben sopra il 4.0%. E le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono... Continua...
Siamo alla fine del primo semestre, e incominciano le prime riflessioni sull'andamento di quest'anno, e sulle prospettive della seconda frazione del 2018. L'Ufficio Studi di AGE Italia è al lavoro, e non vedo l'ora di leggere l'Outlook per il secondo semestre. Una cosa è certa: fra sei mesi il Quantitative Easing della BCE sarà un ricordo. Da sei anni Francoforte ha contribuito attivamente... Continua...
Concettualmente è logico che una valuta si deprezzi se ne aumenta la quantità in circolazione, e si rivaluti nel caso contrario. Nei rapporti bilaterali, la svalutazione sarà subita dal cambio la cui banca centrale appare più aggressiva rispetto all'omologa; per cui, in parole povere, sarebbe naturale aspettarsi che l'euro si deprezzi contro dollaro, nella misura in cui la BCE continua... Continua...
Un recente rapporto di Natixis inchioda l'Italia alle sue responsabilità esclusive (si vede che in questo periodo non andiamo granché a genio ai francesi). La ripresa nell'Eurozona è ripartita anche prima dell'avvio del programma di acquisto di titoli da parte della BCE ad inizio 2015: lo si desume dal fatto che il tasso di disoccupazione continentale, solitamente variabile lagging... Continua...
Mentre l'attenzione di tutti è puntata sulle grandi questioni geopolitiche - dalle tensioni a Washington alle prospettive di pace in Corea, dalla guerra civile in Siria al neonato governo italiano - lontano da noi, a Pechino, le autorità continuano con la loro manovra restrittiva. L'impulso fiscale è in ridimensionamento, e l'offerta di moneta si contrae a livelli che non si sperimentavano... Continua...