Sembrerà strano, ma malgrado il vistoso rimbalzo delle ultime cinque settimane, lo S&P500 è sugli stessi livelli di novembre 2014. Proprio così: nessun progresso in 16 mesi! Che poi non sarebbe un problema: si fa sempre in tempo a migliorare. Se non fosse che la partecipazione al rialzo, allo stato attuale, non è così consistente da spingere a... Continua...
L’occhio attento sta notando nelle ultime settimane il persistente tentativo dell’argento di sfondare. Buon ultimo: dai minimi di inizio anno i più blasonati oro, platino e palladio sono saliti in misura compresa fra il 22 e il 30%, mentre l’argento – il più “povero” fra i metalli preziosi – ha contenuto l’apprezzamento al 16%, da estremo ad estremo. Continua...
Persuasi da un bull market generazionale, gli investitori negli ultimi anni hanno assunto un crescente quantitativo di debito "a margine" (garantito dalle azioni acquistate con il finanziamento ricevuto) per beneficiare maggioramente del rialzo delle quotazioni azionarie. Dai 173 miliardi di dollari del 2009, siamo saliti ai 507 miliardi di aprile scorso, prima del successivo... Continua...
Il recupero della borsa americana ha condotto lo S&P500 nell'orbita della media mobile a 200 giorni. Una soglia tecnicamente rilevante; quanto la media a 200 settimana, che un mese fa ha contenuto il marcato ribasso del listino azionario USA. Il rally partito dal bottom dell'11 febbraio è suggestivo anche per un altro aspetto: lo S&P è passato da una perdita inframensile... Continua...
Negli ultimi dodici mesi lo S&P500 ha "battuto" le midcap rappresentate dal Russell 2000, di oltre 7 punti percentuali: questo, con buona pace di chi sosteneva che le medie capitalizzazioni avrebbero fatto meglio in un contesto condizionato dalla forza del dollaro, che penalizza evidentemente le multinazionali. In realtà c'è una precisa spiegazione di questo fenomeno... Continua...
Diciamo che un bear market tipicamente produce una contrazione di quotazioni nell'ordine del 15-30%: un sacrificio doloroso, ma relativamente accettabile. Un bear market devastante è tale invece quando produce una perdita di valore superiore al 30%, in un arco di tempo ragionevolmente ristretto: questo sì che risulta avvertito dagli investitori... Continua...
Qualche giorno fa Bill Gross ha posto ai banchieri centrali una domanda dal tono sarcastico: «come sta andando a voi?», criticando praticamente tutti gli stessi sotto l’influsso delle rispettive banche centrali. Siamo lieti di apprendere che il leggendario fondatore di PIMCO la pensi come noi. Di recente, anche Rand Paul ha criticato la Fed e tutto... Continua...
Qual è errore più grave e imperdonabile? quello di Trichet, che aumenta i tassi in Europa a luglio 2008, temendo una fiammata inflazionistica che mai si concretizzerà? o quello della signora Yellen, che per non perdere la reputazione aumenta i tassi lo scorso dicembre, rischiando concretamente di fare clamorosa marcia indietro, come le poche banche... Continua...
Il commento di un mese fa partiva dalla risposta fornita ad un cronista che ci ha chiesto come mai siamo così negativi sul mercato azionario; soltanto perché la Fed si accingeva ad aumentare i tassi di interesse. Candidamente aggiungeva che la borsa di solito sale all’inizio di un ciclo di aumenti dei tassi. Gli abbiamo spiegato la differenza fra il restringimento... Continua...
Si tende a dare al settore energetico la colpa del crollo dei Corporate Bond negli Stati Uniti, e la conseguente impennata di rendimenti e spread, a livelli che nel passato hanno anticipato le ultime due formali recessioni USA. In parte, questo è vero. Ma cosa succederebbe se ci soffermassimo sui Corporate spread che escludono il settore Energy? Continua...