In questi anni una consistente fetta di investitori ha fatto i conti con una dolorosa dissonanza cognitiva. Nove anni fa fu detto loro: «fuggite dai mercati, perché il Quantitative Easing farà esplodere l’inflazione, farà crollare il valore del dollaro e creerà un’instabilità senza precedenti». È andata a finire all’opposto: l’inflazione è rimasta a bada, il dollaro a consuntivo... Continua...
Come tutti sappiamo, la Federal Reserve ha annunciato il proposito di ridurre, ad un ritmo inizialmente molto cauto, il proprio bilancio: rinunciando a reinvestire i proventi ottenuti dalla scadenza dei titoli (Treasury e MBS) acquistati dal 2008 in poi nell'ambito dei vari programmi di Quantitative Easing. Va rilevato come altre banche centrali contribuiranno a... Continua...
Oggi non si discute d'altro: l'orientamento emerso dal FOMC ha impattato pesantemente sui tassi di interesse globali. Negli Stati Uniti il rendimento dei Treasury è salito per la nona seduta consecutiva: circostanza sperimentata una manciata di volte dal 1970. Stamattina sul Rapporto Giornaliero di AGE Italia si legge una succulenta analisi sulle prospettive... Continua...
L'eterna lotta fra deflazione e inflazione vede l'occasionale affermazione delle classi di investimento connesse a quest'ultima; ma, nel complesso, la netta affermazione alle asset class che beneficiano di una tendenza declinante o quantomeno stagnante dei prezzi al consumo. Verosimilmente, questa tendenza verrà meno quando i tassi di interesse... Continua...
A detta di tutti, è questione di "quando", non di "se": la Federal Reserve si accinge a rientrare dalla politica monetaria eccezionalmente accomodante degli anni passati, iniziando a non reinvestire i titoli acquistati nell'ambito dei vari programmi di Quantitative Easing succedutisi negli anni. Questo condurrà ad un moderato ma continuo ridimensionamento del bilancio... Continua...
Un timore ricorrente fra gli investitori, è che il disimpegno progressivo ventilato dalla Banca Centrale Europea sul fronte del programma di acquisto di titoli pubblici e privati (APP), messo in atto da Francoforte per risollevare l'economia europea; possa cagionare un brusco e indesiderato aumento dei tassi di interesse. Quanto è concreta questa aspettativa? Continua...
Gli strategist non ci capiscono più niente. L'inflazione sembrava rialzare la testa, ma ora appare globalmente in ripiegamento. I tassi di interesse avrebbero dovuto crescere, per compensare le politiche finalmente reflazionistiche dei governi, ma da un certo punto in poi hanno puntato verso il basso, persuasi in ciò dalla percezione che il ciclo economico non sia così... Continua...
Nell'insalata di lettere in cui sguazziamo da nove anni, dobbiamo aggiungere un termine che presto diventerà di uso quotidiano: il QT, acronimo di Quantitative Tightening. Sì, perché è ormai palese che la Fed si accinga a ridurre il bilancio, mentre la BCE presto ridurrà l'entità degli acquisti mensili di titoli pubblici, dai correnti 60 miliardi di euro, a... Continua...
È un periodo particolarmente turbolento per il mercato obbligazionario. Che poi: sarebbe più opportuno esprimersi al plurale: i, mercati obbligazionari. Quelli pubblici, da suddividersi per scadenze brevi e scadenze lunghe; e fra emittenti in hard currency, ed emittenti in soft currency. E quelli privati: i corporate bond, della varietà high grade... Continua...
È passato ben più di un anno da quando la Banca Centrale Europea ha annunciato l'avvio di un programma di acquisti di titoli aziendali del debito (CBPP). L'impatto sui rendimenti è stato incontestabile - sia sui bond di maggiore qualità, sia sulle obbligazioni ad alto rendimento - e casomai si incomincia a scorgere un problema di scarsità di carta acquistabile. Continua...