C'è malcelata soddisfazione fra i responsabili mondiali della politica economica: gli Stati Uniti hanno mostrato un PIL sorprendente nel III trimestre, sebbene sensibilmente influenzato dall'accumulo di scorte; l'Europa sta progressivamente uscendo dalla recessione; in Giappone la svalutazione dello yen ha stimolato i profitti... Continua...
Hanno deluso i dati mensili sulle nuove buste paga in USA. Malgrado i massicci stimoli prima fiscali e poi monetari (questi ultimi senza precedenti e dagli effetti a lunga scadenza tutti da verificare), l'amministrazione Obama denuncia ancora un deficit occupazionale: sono stati recuperati 7.6 degli 8.8 milioni di posti di lavoro persi... Continua...
Il mancato rilascio del dato mensile sulla creazione di nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti ha scatenato le ironie degli immancabili dietrologi e cospirazionisti. Come suggeriva Evangelista la scorsa settimana, c'è qualcosa che non torna nel tasso di disoccupazione ufficiale. Ma aggiungerei dell'altro: il tasso di disoccupazione... Continua...
Il tasso di disoccupazione ufficiale negli Stati Uniti ha raggiunto un estremo ad ottobre 2009, e dunque risulta calante da quattro anni. Ci sono molte riserve su questo dato: che non tiene conto dei lavoratori part-time loro malgrado, e di quelli sotto-occupati; inoltre, risulta moderato per il restringimento della forza lavoro... Continua...
La decisione a sorpresa di rimandare il tapering è il risultato di una svista della stessa Federal Reserve. La banca centrale americana ha sottovalutato l’impatto della decisione di maggio di mettere in discussone la riduzione degli acquisti di bond. L’errore è stato perpetrato nei mesi successivi nelle varie conferenze stampa... Continua...
Fra gli investitori non si parla d’altro: quattro anni e mezzo di rialzo dei mercati azionari sono argomento di nicchia. Dopotutto, perché accettare il rischio dell’investimento in capitale di rischio, quando in questi anni era possibile conseguire succulente performance investendo sui bond emergenti? L’indice “EMBI” calcolato da JP Morgan... Continua...
Agli attuali livelli il mercato è non solo sopravvalutato, ma ignora la ripresa stentata negli USA, il rallentamento del ritmo di crescita degli utili aziendali e le prospettive di ridimensionamento del QE, forse già a partire da settembre. Le prospettive di uno stallo a Washington circa il bilancio federale e il tetto al debito sono parimenti ignorate... Continua...
Sebbene il mercato abbia festeggiato il dato sui sussidi di disoccupazione inferiori alle aspettative, e l’ISM Index, la traiettoria del rallentamento del ciclo economico probabilmente non è ancora venuta meno. Gli indicatori citati sono condizionati dalla difficoltà del governo di ponderare i fattori di tipo stagionale in questo periodo dell’anno. Continua...
Il rialzo della borsa iniziato a marzo 2009 ha poggiato su due fattori principali: robuste dosi di politica monetaria accomodante, e un boom del 95% dei profitti aziendali. Ora, una riduzione degli acquisti di titoli (tapering) e una conclusione anticipata del QE incombono all’orizzonte, mentre il ritmo di crescita degli utili si va ridimensionando. Continua...
Il tema macroeconomico dominante dell'ultimo lustro ha perso il beneficio dei riflettori: non a caso. Il rapporto fra il debito delle famiglie americane, in buona parte ipotecario, e il prodotto interno lordo, si è decisamente allontanato dalla famigerata soglia del 100%. L'ultima rilevazione trimestrale lo colloca a meno dell'80%: grazie a... Continua...