Sebbene il mercato abbia festeggiato il dato sui sussidi di disoccupazione inferiori alle aspettative, e l’ISM Index, la traiettoria del rallentamento del ciclo economico probabilmente non è ancora venuta meno. Gli indicatori citati sono condizionati dalla difficoltà del governo di ponderare i fattori di tipo stagionale in questo periodo dell’anno. Continua...
Il rialzo della borsa iniziato a marzo 2009 ha poggiato su due fattori principali: robuste dosi di politica monetaria accomodante, e un boom del 95% dei profitti aziendali. Ora, una riduzione degli acquisti di titoli (tapering) e una conclusione anticipata del QE incombono all’orizzonte, mentre il ritmo di crescita degli utili si va ridimensionando. Continua...
Il tema macroeconomico dominante dell'ultimo lustro ha perso il beneficio dei riflettori: non a caso. Il rapporto fra il debito delle famiglie americane, in buona parte ipotecario, e il prodotto interno lordo, si è decisamente allontanato dalla famigerata soglia del 100%. L'ultima rilevazione trimestrale lo colloca a meno dell'80%: grazie a... Continua...
L'essere umano è per sua natura conservativo, dominato dall'istinto di sopravvivenza. E' normale soffermarsi sulle minacce, ridimensionando la portata delle buone notizie. Così, mentre ci preoccupavamo per gli effetti del Fiscal Cliff e poi del "sequestro fiscale"; abbiamo trascurato gli elementi che avrebbero sospinto la ripresa... Continua...
La release "a sorpresa" del dato finale del PIL americano nel I trimestre ha confermato quello che sapevano tutti, tranne il governatorato della Federal Reserve: cioé, che l'economia americana cresce, ma tuttora ad un ritmo stentato, e bisognoso di persistenti stimoli. Non si può immaginare a breve una riduzione del QE... Continua...
Una settimana fa abbiamo scritto che Bernanke non poteva salutare con favore il rialzo dei rendimenti a lunga scadenza, e che avrebbe tentato di correre ai ripari nella conferenza stampa tenutasi l’altro ieri. Ebbene, di sicuro ci ha provato; ma non ha fatto altro che peggiorare le cose, almeno nella percezione degli investitori. Continua...
L'economista Greg Mankiw, sul suo blog personale, ha elaborato una formula per l'inviduazione del tasso di riferimento ottimale della politica monetaria negli Stati Uniti; mediante una combinazione di indice dei prezzi al consumo (core CPI) e tasso di disoccupazione destagionalizzato. Il tasso Fed ottimale è stato per lungo tempo negativo... Continua...
Francamente non riesco a capire certi economisti, che cadono dalle nuvole nell'osservare che l'economia americana non cade in recessione? e come potrebbe? le famiglie vedono il loro patrimonio crescere di giorno in giorno, e non è un caso che la fiducia dei consumatori ieri sia salita ai livelli più alti degli ultimi cinque anni. Continua...
A parte il mediocre rapporto sull’occupazione, ci sono diversi elementi che confermano una economia stagnante in ulteriore rallentamento con i dati di primavera. L’ISM Index è sceso per due mesi consecutivi, e si colloca ora su livelli inferiori rispetto alla media del primo trimestre. La vendita di auto ad aprile è scesa sotto i 15 milioni... Continua...
La tesi che sosteniamo da tempo è che l’enorme ammontare di debito che le famiglie hanno accumulato durante il boom immobiliare, conterrà la spesa per consumi e rallenterà la crescita dell’economia per anni. In termini molto semplici, in media il debito delle famiglie è stato pari al 77% del reddito disponibile nei 61 anni successivi al 1952. Continua...