Gli sceneggiatori del prossimo episodio della “trilogia” dedicata alle memorie di Bridget Jones sanno giocare d’astuzia: hanno rivelato che sono previsti ben tre finali alternativi e che nessuno del cast sa ancora se il cuore della paffuta signorina Jones troverà amore e serenità definitivi.Fatte le dovute proporzioni, crediamo che nemmeno... Continua...
Ormai non c’è più tempo per tornare indietro: il dado è tratto e, dopo almeno tre anni di discussioni, è iniziata la normalizzazione della politica monetaria americana. Che non si tratti di un aumento isolato, ma del primo di una serie, lo si desume chiaramente dall’ulteriore rialzo dei rendimenti sulla parte breve della curva dei rendimenti... Continua...
Mentre la signora Yellen si accinge ad aumentare i tassi di interesse USA, per la prima volta in quasi dieci anni, in alcuni segmenti dell'economia americana si scorgono segnali di surriscaldamento che tipicamente precedono le contrazioni del ciclo. Mi riferisco in particolare al "financing gap" aziendale, vale a dire la differenza fra la... Continua...
La cocente delusione rappresentata ieri dall'ISM Index è soltanto l'ultima di una serie di sorprese negative registrate a livello macro nelle ultime due settimane abbondanti negli Stati Uniti. L'Economic Surprise Index (CESI), in costante recupero dalla seconda metà di maggio in poi, ha svoltato verso il basso prima della metà di novembre. Continua...
Fra i tanti dati sfornati quotidianamente dall’economia americana ce n’è uno che spesso passa colpevolmente inosservato. Forse dipende dalla frequenza di rilascio che è trimestrale. Troppo, per un mondo che si muove alla velocità della luce, in cui ormai ben 5 delle prime 10 società USA per capitalizzazione, appartengono alla net economy. Continua...
La Federal Reserve ha ben altro di cui occuparsi, al di là della possibilità di aumentare il costo del denaro. Ora che il Quantitative Easing è un ricordo (o una prospettiva futura?), bisognerebbe decidere cosa fare dei 3700 miliardi di dollari investiti in attività finanziarie negli ultimi sette anni. Sì, perché ad un certo punto questi titoli giungeranno a scadenza... Continua...
All’inizio dell’anno era previsto un aumento del tasso sui Fed Funds dallo 0,25 allo 0,50% nel terzo trimestre; poi allo 0.75% nel quarto trimestre. Proprio così: soltanto che l’anno in questione non è quello corrente, ma addirittura il 2010! Il copione si è ripetuto l’anno successivo, con gli economisti che in coro si aspettavano un aumento dei tassi ufficiali alla fine del 2011, e così... Continua...
È un caso che i mercati finanziari occidentali da anni facciano meglio dei listini emergenti? certo che no! come spiegato in tutti questi anni, gli EM sono attanagliati da problemi strutturali che l'imminente (??) decisione di aumentare i tassi americani esaspererà soltanto, con l'immancabile flusso di ritorno di capitali verso le economie sviluppate che... Continua...
Un aspetto su cui ci vorremmo soffermare riguarda la convinzione che la deflazione non sarà circoscritta agli Stati Uniti. Come si ricorderà, la deflazione parte dall’eccesso di debito e di investimenti, il che genera eccesso di capacità produttiva e debolezza del pricing power. Questa combinazione letale conduce ad inflazione. Continua...
Abbiamo concluso il precedente intervento, dedicato alla deflazione, descrivendo i livelli di supporto e di resistenza del mercato, e concludendo che la borsa abbatterà presto i supporti. Siamo sempre dell’idea che vi siano consistenti margini verso il basso. In questo intervento cercheremo di spiegare perché la deflazione ci accompagnerà per anni... Continua...