Tutti o quasi sono in grado di affermare il prezzo medio della benzina senza piombo alla pompa: un euro e 55, più o meno, a seconda della latitudine e della presenza di eventuali sconti. Ciò che si riesce con minore facilità a stabilire, è il livello raggiunto dal carburante: rispetto agli anni passati, paghiamo tanto o paghiamo poco il nostro pieno? Continua...
«Se penso a quanta strada abbiamo percorso nell’ultimo anno, mi vien da sorridere, immaginando il volto attonito di chi profetizzava sciagure. Persino George Soros, che sulla borsa americana aveva scommesso pesantemente riempiendosi di opzioni put sullo S&P, ha dovuto capitolare Trovo che parecchi investitori vedano ancora nella direzione sbagliata». Continua...
«Penso ci sia ormai una bolla nel numero di volte che è invocata la presenza di una bolla. Trovo sia un aspetto salutare: è sano scetticismo che contribuisce alla preservazione della tendenza positiva. Nulla di nuovo: è fenomeno visto per tutti gli ultimi quasi nove anni di bull market. Da 0 a 100 la probabilità di trovarci in bolla in questo momento è 24». Continua...
«Secondo Gallup, soltanto il 38% degli americani apprezza l’operato del presidente in carica. Eppure, questo è a tutti gli effetti il Trump market: persino più forte del Bull market. Sì, perché da quando The Donald risiede alla Casa Bianca, lo S&P non ha mai fatto registrare un mese negativo: undici su undici, se si eccettua una marginale perdita (-0.04%) a marzo». Continua...
«Non c’è niente che riesca a fermare Wall Street: nemmeno la stagionalità tipicamente negativa. Lo S&P ha chiuso con un saldo positivo nel mese di agosto, e sta replicando a settembre. Se fra poco più di due settimane dovessimo chiudere sopra i 2472 punti, disporremmo di un raro setup stagionale che ha chiamato un quarto trimestre positivo in tutti i casi». Continua...
Ci siamo abituati bene. Alla fine di agosto, nell’ambito delle prime 25 piazze azionarie mondiali per capitalizzazione, la Piazza degli Affari spicca, con un saldo annuale provvisorio del 14%; del 18%, se si considerassero anche i dividendi. Naturalmente c’è chi fa meglio: ma sono tutte borse emergenti. Se si esclude che il nostro listino sia “immergente”... Continua...
«I volumi devono confermare il trend». Uno dei principi più inappropriati e strampalati che si sentano in borsa. Charles Dow ci perdonerà, ma l’esame dei fatti rivela la profonda fallacità di questa affermazione. Perché le quotazioni possono salire per anni, con bassi volumi, grazie all’apatia – quando non l’aperta ostilità – del pubblico degli investitori, persuaso... Continua...
Piazza Affari ricorda le straordinarie imprese di quegli atleti, solitamente perdenti, che una volta tanto nella loro carriera si prodigano conseguendo risultati eccezionali. Sempre ultimi, per una volta giungono primi al traguardo, solleticando le aspettative del pubblico, che notoriamente parteggia per i più simpatici (raramente coincidenti con i primi della classe, si sa). Continua...
«La retorica restrittiva della Federal Reserve è cosa nota. Casomai con il passare dei mesi abbiamo assistito ad una maggiore cautela da parte della signora Yellen; con il risultato che anziché i quattro aumenti dei tassi previsti dai “puntini” a gennaio, siamo a due e chissà se mai entro la fine dell’anno ci sarà il terzo aumento del Fed funds rate». Continua...
Le obbligazioni dei paesi emergenti mostrano debolezza rispetto ai titoli di Stato americani. Anche sul mercato azionario la forza relativa degli indici dei paesi emergenti è messa in discussione dal recupero delle Borse dei paesi più sviluppati. L'indice FTSE Italia All Share rallenta dopo aver realizzato un rialzo di circa il 50 percento nell'ultimo anno. Continua...