La cocente delusione rappresentata ieri dall'ISM Index è soltanto l'ultima di una serie di sorprese negative registrate a livello macro nelle ultime due settimane abbondanti negli Stati Uniti. L'Economic Surprise Index (CESI), in costante recupero dalla seconda metà di maggio in poi, ha svoltato verso il basso prima della metà di novembre. Continua...
Fra i tanti dati sfornati quotidianamente dall’economia americana ce n’è uno che spesso passa colpevolmente inosservato. Forse dipende dalla frequenza di rilascio che è trimestrale. Troppo, per un mondo che si muove alla velocità della luce, in cui ormai ben 5 delle prime 10 società USA per capitalizzazione, appartengono alla net economy. Continua...
Il governatore Draghi potrebbe annunciare il prossimo mese un'ampliamento del programma di acquisti di titoli pubblici nella zona Euro. Sinceramente sono un po' perplesso sul proposito, e condivido il pensiero di chi considera i banchieri centrali mondiali caduti vittima del panico. Se il principale parametro adottato per valutare l'opportunità... Continua...
In questi giorni si è discusso molto dello “ZEW”, il barometro sulla fiducia e sulle aspettative delle aziende tedesche, che - sarà il rallentamento cinese, sarà lo scandalo Volkswagen, saranno le ingenti perdite denunciate da Deutsche Bank - comprensibilmente fa registrare umori non proprio esaltanti. Come può tornare utile questo indicatore? Non tanto... Continua...
Battuta d'arresto per l'offerta di moneta nell'area Euro nel mese di agosto. La componente M1 fa registrare una variazione pressoché nulla rispetto al mese precedente: al +0.08%, è il progresso meno consistente dalla fine del 2013. Il tasso di variazione a tre mesi converge verso il 2% (era a +5.2% a gennaio) mentre il tasso di crescita semestrale... Continua...
Confortante il dato mensile rilasciato dall'IFO Institute sulla congiuntura economica tedesca: l'indicatore che misura la fiducia del tessuto imprenditoriale risale ai massimi degli ultimi cinque mesi, e si mantiene prossimo ai massimi degli ultimi tre anni. Per questo, risulta ancora più stridente il contrasto con l'andamento del mercato... Continua...
La Federal Reserve ha ben altro di cui occuparsi, al di là della possibilità di aumentare il costo del denaro. Ora che il Quantitative Easing è un ricordo (o una prospettiva futura?), bisognerebbe decidere cosa fare dei 3700 miliardi di dollari investiti in attività finanziarie negli ultimi sette anni. Sì, perché ad un certo punto questi titoli giungeranno a scadenza... Continua...
All’inizio dell’anno era previsto un aumento del tasso sui Fed Funds dallo 0,25 allo 0,50% nel terzo trimestre; poi allo 0.75% nel quarto trimestre. Proprio così: soltanto che l’anno in questione non è quello corrente, ma addirittura il 2010! Il copione si è ripetuto l’anno successivo, con gli economisti che in coro si aspettavano un aumento dei tassi ufficiali alla fine del 2011, e così... Continua...
Non pochi economisti sono rimasti sorpresi dal confortante andamento dell'economia europea nel secondo trimestre, con diffuse revisioni al rialzo che avvicinano la crescita del PIL dell'Eurozona a livelli quasi americani. Francamente è dall'inizio dell'anno che confidiamo in una espansione che abbia il "2" prima della virgola, e devo dire che... Continua...
È un caso che i mercati finanziari occidentali da anni facciano meglio dei listini emergenti? certo che no! come spiegato in tutti questi anni, gli EM sono attanagliati da problemi strutturali che l'imminente (??) decisione di aumentare i tassi americani esaspererà soltanto, con l'immancabile flusso di ritorno di capitali verso le economie sviluppate che... Continua...